Alberto Brambilla suggerisce risorse sviluppo lavoro

In un intervento all’Agi, Alberto Brambilla, suggerisce risorse su sviluppo e lavoro, fermo restando su prestito pensionistico e flessibilità in uscita, in alternativa alle modifiche delle categorie di lavoratori e pensionati che chiedono soluzioni alle problematiche ferme da anni, considerata la crescita economica pari a zero e il Pil bloccato ha la brillante idea l’insigne professore di proporre, spiegandone i motivi, di alternare le risorse finanziarie previste, per sanare situazioni disdicevoli che attendono una risposta dal Governo,  verso sviluppo e lavoro; in pratica suggerisce: lasciate i lavoratori e pensionati in stand by e immettete le risorse finanziarie su sviluppo e lavoro, date loro il contentino dell’Ape, prestito pensionistico ma da leggersi mutuo pensionistico e la flessibilità in uscita, tutte le altre categorie, Quota41, usuranti, quindicenni, etc etc possono aspettare come hanno aspettato fino ad ora;  da sottolineare una dichiarazione del prof: Brambilla:  ‘Purtroppo il vero limite di questo paese non è la politica industriale o quella economica. Il vero limite è questo osceno spettacolo che continuiamo a vedere tutte le sere della gara per mandare a casa Renzi. E poi? Chi viene al suo posto? Ci va Brunetta a risolvere i problemi del paese? Lui c’è già stato e qualcuno lo ha già mandato a casa…’; lo spettacolo osceno lo ha determinato il comportamento poco corretto del premier Renzi con le sue fanfaluche e i suoi atteggiamento mediatici che non hanno nulla da vedere con il carisma e l’atteggiamento di un premier che si rispetti! quindi Renzi dovrebbe solo fare un mea culpa!

Brambilla e l'analisi che suggerisce risorse su lavoro e sviluppo
PROF. ALBERTO BRAMBILLA

Riportiamo l’intero intervento del prof: Brambilla all’Agi, dove spiega il motivo delle sue affermazioni: 

Lo diciamo da tempo da quando abbiamo presentato al governo il rapporto sul bilancio del sistema previdenziale abbiamo insistito proprio sulle tante promesse in materia di pensioni o di welfare. Dobbiamo stare attenti a cosa fare e, se ci sono dei quattrini, forse è meglio metterli sul motore sviluppo e cioè incentivare l’occupazione perché sostanzialmente i problemi sono due. Il primo, è il rapporto attivi pensionati che è da allarme: 1,36 attivi per ogni pensionato. Un minimo di sicurezza lo si potrebbe ottenere con un rapporto di 1,55. Visto che non possiamo ridurre il numero dei pensionati (oggi sono 16,3 milioni) dobbiamo aumentare il numero dei lavoratori attivi e per farlo ci vogliono i ‘soliti’ investimenti pubblici e investimenti privati, incentivi su questi ultimi e soprattutto riduzione del cuneo fiscale’.

Qualsiasi intervento  andrebbe fatto in questa direzione. Il secondo problema è che non c’è riforma che tenga se non aumenta l’occupazione perché noi rimaniamo sempre nel sistema gestionale della ripartizione, ossia con i contributi dei lavoratori attivi si pagano le pensioni’. ‘Se i lavoratori attivi sono pochi e pagano pochi contributi e pagano poca Irpef che finanzia una parte non piccola dell’assistenza sociale è evidente che il problema si pone. Questo è il quadro, un quadro molto stretto con la coperta che dire cortissima è dire poco’

Tutti i partiti sono sempre uno contro l’altro. E quindi anche per chi governa è molto complicato mantenere il consenso in una situazione di questo tipo. E’ difficile ed quello che è successo in Italia dove abbiamo cambiato un governo ogni 13-14 mesi. Quindi occorre una legge elettorale che garantisca almeno 5 anni di governabilità. Senza che nei 5 anni ci sia il patema di chi governa o di chi non governa. E’ quello che accade all’estero dove non hanno la situazione di indebitamento che abbiamo noi. In Italia i governi fanno promesse che difficilmente riescono a mantenerle o se ci riescono lo fanno a costi elevati. E questo vale per Renzi così come è stato per Berlusconi’

I governi oggi dovrebbero assumersi responsabilità soprattutto verso le nuove generazione. A cui lasciamo solo un debito enorme. Tra un po’ con il debito che c’è non mancherà solo il lavoro ma il paese stesso. Comprendo quindi che Renzi voglia fare qualcosa in vista del referendum d’autunno perché mantenere il consenso è difficile. Dal mio punto di vista non ho dubbi che occorra una riforma come questa che elimina il bicameralismo perfetto e una legge elettorale per cui il giorno dopo il voto, il partito che ha vinto governa’

Ha osservato per quanto riguarda la riforma Costituzionale: ‘non sarà perfetta così come non era perfetta quella del centro sinistra del 2000 o del centro destra del 2006 ma sono 20 anni che parliamo di riformare la Costituzione e a furia di volerla perfetta non facciamo niente. Il meglio è nemico del bene. Speriamo che questa possa essere una buona soluzione, magari successivamente migliorabile. Si sono schierati tutti contro, non sui contenuti ma sul: ‘mandiamo a casa Renzi’  come prima era ‘mandiamo a casa Berlusconi’

Gli interventi sul sistema pensionistico dovrebbero concentrarsi sulla riforma Monti-Fornero che ha eliminato e indicizzato all’aspettativa di vita l’anzianità contributiva. Per cui tutti quelli che con 41 anni avevano una via d’uscita oggi non ce l’hanno più. Prima o poi bisognerà fare qualcosa. Tra un po’ ci vorranno 45 anni di anzianità contributiva per andare in pensione, non c’è un paese al mondo così. E’ stato un palese errore dei tecnici che andrebbe sanato. L’altro è stato eliminare tutta la flessibilità incorporata nella riforma Dini. Queste due cose sarebbe giusto averle’ – ‘Forse si farà l’Ape che costa ma non tantissimo e poi forse si arriverà a una flessibilità in uscita. Il governo dovrebbe inserire tuttavia una clausola sociale: chiunque va via in anticipo deve dedicare, visto che la collettività sostiene uno sforzo, un po’ del proprio tempo al pubblico’.

Quello che non si evince in questa analisi condotta dal prof: Brambilla, però è un aspetto fondamentale: ma per quale motivo il cittadino deve pagare sulle proprie spalle gli errori di una Riforma previdenziale che lo ha costretto in ginocchio, che ha disastrato l’economia italiana, che ha chiuso i battenti del mondo del lavoro; per quale motivo il cittadino deve continuare pagare per gli errori di valutazione di un premier che non sa fare il premier e non ha nessun peso politico nemmeno in seno al suo stesso partito? questo non è riuscito a spiegarlo nella sua analisi il prof: Brambilla! del cittadino non ha fatto proprio menzione, lo ha volutamente dimenticato, quasi fosse inutile parlarne, quasi fosse zavorra da non tenerne conto!

Fonte: Agi

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2 commenti su “Alberto Brambilla suggerisce risorse sviluppo lavoro

  1. atticus il said:

    ridicoli questi boiardi che da lustri stanno predicando ricette che si rivelano fatalmente inefficaci: (una cagata pazzesca, per dirla alla Fantozzi!!!)
    A me pare che la ‘crescita’ sia, oramai, solo una chimera svetolata da politici inetti davanti ad allocchi che sono ben felici di illudersi… salvo poi prendere tranvate in fronte.
    Se c’è ricchezza deve essere redistribuita altrimenti i consumi non ripartiranno MAI, con buona pace di renzi & padoan, che , evidentemente, ciurlano nel manico per posporre la resa dei conti.

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